MUSICA È ANCHE TRADIZIONE.. 😜

La Sicilia: isola meravigliosa, ricca non solo di materia, ma di sentimenti.
Regione a statuto speciale, è una delle due isole maggiori, con la Sardegna.
In quest’isola si conservano grandi tesori del passato, poiché fu colonizzata dai greci e automaticamente influenzata da tutto il mondo ellenico. Un esempio di grande valore ce lo da Agrigento, con la sua ‘Valle dei Templi’ , risalente appunto al periodo ellenico e inserita nella lista del patrimonio dell’Unesco, oltre ad essere, naturalmente, il simbolo della città.
La mia città, Gela, è ‘famosa’ per tantissimi avvenimenti brutti o sventure, e spesso anche noi cittadini ci dimentichiamo, che oltre gli innumerevoli casi poco piacevoli, ci sia tanto da dire anche sulle cose belle che questa città ha da offrire. 
La prima cosa che mi viene in mente è il mare. 
Certo, non è tra i più puliti e curati d’Italia e nemmeno della Sicilia, ma aldilà di questo, per me è a dir poco straziante svegliarmi e andare in giro con la consapevolezza di non vedere quella grande distesa d’acqua adornata dalla spiaggia formata da sabbia sottilissima di un giallo ocra, della quale, anche Quasimodo parlò in una delle sue opere, facendo riferimenti anche ad Eschilo, il quale si dice che abbia passato gli ultimi anni di vita proprio a Gela. 



Sulla sabbia di Gela colore della paglia mi stendevo fanciullo in riva al mare, antico di Grecia con molti sogni, nei pugni, stretti nel petto. Là Eschilo esule misurò versi e passi sconsolati, In quel golfo arso l’aquila lo vide e fu l’ultimo giorno (S.Quasimodo).

Passando invece alla musica, la Sicilia è famosa in tutto il mondo per la sua ‘tarantella’ che fa ballare tutti, in particolare i Siciliani.
Chi ha visto almeno una volta nella sua vita un gruppo di persone vestite di colori pastello che saltellano e ballano con dei tamburelli in mano e un sorriso ‘stampato sulla faccia’,sa di certo di cosa sto parlando! 
Famosissimo è il tipico ‘Ballu a chiovu’ : un ballo che veniva eseguito durante il periodo della mietitura, quando i contadini si riunivano sui campi a fine giornata di lavoro e, accompagnati dal suono di qualche strumento, cominciavano a ballare battendo il piede sempre sullo stesso punto (chiovu) .
Possiamo anche ricordare ‘U Roggiu’ un ballo eseguito nel periodo della vendemmia; o ancora la ‘Fasola della Tubiana’, ballato durante il Carnevale; o anche ‘U nozzu’, che veniva eseguito da uomini con boccali in mano per corteggiare la donna che desideravano. 
Ce ne sarebbero tanti altri, ma non voglio dilungarmi troppo, perché si sa che noi siciliani siamo ‘mbriscialori’ come dice sempre mia nonna, che in italiano significherebbe ‘frettolosi’. 😅 


Vi lascio con l’immagine di una terra, anticamente chiamata Trinacria, per via delle tre punte, e che per me sono a dir poco meravigliose. ❤️ 








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